È il più celebre dei castelli del Trentino. Deve la sua fama
alla singolare posizione e al bellissimo ambiente che lo circonda. Ma anche alle
tante e cupe leggende che in quel parco e tra quelle mura hanno trovato fertile
terreno su cui nascere e svilupparsi. Su quello sperone roccioso che fino a qualche
secolo fa era un’isoletta – il livello del lago era più alto di due metri – 2000
anni fa "abitavano" le fate alle quali nel III secolo era dedicato un tempietto. Lo
"certifica" una lapide murata nel portico del castello che l’archeologo Paolo Orsi
definisce "unica nel suo genere nella realtà epigrafica romana".
Ben presto tuttavia la funzione magico-religiosa venne soppiantata da quella
militare-strategica e in luogo del tempio sorse un arcigno fortilizio per il cui
possesso si scontrarono a lungo i signorotti della zona. Ma il castello che oggi
possiamo ammirare e visitare è frutto della riedificazione voluta da Bernardo
Clesio nel XVI secolo. Il maniero si trasformò in residenza molto apprezzata dai
Principi vescovi di Trento e in particolare dai Madruzzo. E proprio a Carlo
Emanuele Madruzzo, ultimo principe vescovo della dinastia (in quattro hanno
governato la diocesi per 120 anni) è legata una delle leggende più truci. Narra che
il vescovo abbia fatto avvelenare la nipote Filiberta e il fratello Vittorio. Si
racconta inoltre che l’amante del Principe Vescovo fosse tale Claudia Particella,
da cui il prelato avrebbe avuto alcuni figli. Il castigo di Dio per la condotta
scandalosa del Vescovo non si fece attendere: una sera Claudia e suo fratello
stavano attraversando in barca il lago per raggiungere il castello, l’imbarcazione
si capovolse e i due morirono miseramente. Nelle notti di luna piena gli spiriti
inquieti dei due annegati aleggiano ancor oggi sulle acque del piccolo lago.
In posizione particolarmente suggestiva, tanto da richiamare da sempre l'attenzione
di artisti e poeti, quello di Toblino è forse il più romantico dei castelli
Trentini. Sorto sul luogo di una antichissima fortificazione, viene menzionato per
la prima volta in un documento del 1124 nel quale si nomina Odorico di Toblino.
L'attuale aspetto è caratterizzato in misura maggiore dagli elementi
cinquecenteschi dovuti ai rifacimenti del Vescovo Bernardo Clesio e dei Madruzzo
che trasformarono la primitiva fortezza in una piacevole residenza signorile.
Il castello di Toblino è una tra le più ambite mete turistiche del Trentino; il
ristorante, gestito con passione e competenza da Stefano Bertoni e Germana Rigotti,
è tappa d'obbligo per chi vuole degustare proposte gastronomiche del territorio
abbinate sapientemente ai migliori vini regionali e nazionali.
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